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Parco Della Valpolicella

Punto d’interesse: Capanno da birdwatching

Hai appena scansionato il QRcode relativo al punto d’interesse “Capanno da birdwatching” dell’Itinerario della Biodiversità del Parco della Valpolicella. Gli Itinerari della Biodiversità sono itinerari interattivi ed esperienziali realizzati nell’ambito del “Progetto Biodiversity Bridges- Approccio di co-creazione sistemica per costruire l’ambiente del futuro” e messi in rete, sulle piattaforme OutdoorActive e Veneto Outdoor, al fine di favorirne la fruizione.

Gli itinerari includono come punti di interesse sia le peculiarità naturalistiche e i luoghi di interesse storico-culturale presenti nelle aree interessate dal Progetto, sia le installazioni dimostrative esperienziali, realizzate e posizionate dai ragazzi degli istituti coinvolti.

Gli “itinerari della biodiversità” sono funzionali a favorire la sensibilizzazione, la conoscenza diretta e la tutela delle risorse naturali presenti nelle aree oggetto di intervento da parte dei residenti, ma anche di turisti e studenti.

Il Progetto Biodiversity Bridges, finanziato dalla Fondazione Cariverona con il bando Habitat 2020, ha come obiettivo lo sviluppo di nuovi modelli di gestione territoriale ispirati ai principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, con un particolare riguardo alla tutela della biodiversità.

In particolar modo il Progetto prevede di valorizzare tre aree considerate biotopi modello della provincia veronese: il parco del Monte Tenda a Soave, il Parco Valpolicella tra Fumane e Marano, la Palude del Brusà e il Parco Le Vallette a Cerea.

Capanno da birdwatching

Il Capanno da birdwatching si trova in corrispondenza del lago Nord del Parco della Valpolicella, all’interno dell’Itinerario della Biodiversità; si tratta di una struttura creata per l’osservazione degli uccelli acquatici nel pieno rispetto dell’ambiente circostante e degli animali che lo popolano.

Nell’area sono segnalate più di 50 specie diverse di uccelli, tra i quali spiccano due specie incluse nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE): la tottavilla (Lullula arborea) e il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus). Sono inoltre segnalati l’assiolo (Otus scops) e alcuni elementi legati alle boscaglie di latifoglie con alternanza di macchie di cespugli pionieri e radure prative come il canapino comune (Hippolais polyglotta), la sterpazzola (Sylvia communis), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala) e lo zigolo nero (Emberiza cirlus).

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Falco pecchiaiolo

Il falco pecchiaiolo si riconosce dagli altri rapaci per il collo più corto, la testa più piccola e i movimenti più agili. La specie nidifica in Europa, fino all’Asia centrale e sverna in Africa centro-meridionale. In Italia è presente soprattutto sull’arco alpino e negli Appennini settentrionali e centrali, specialmente in ambienti forestali (pinete, in particolare).

La dieta principale del Falco pecchiaiolo è costituita da insetti, in particolare vespe, calabroni e api. Infatti l’etimologia del suo nome scientifico deriva dalle sue preferenze alimentari: uccello da preda (dal greco Pternis) divoratore di api (dal latino apis e voro). Predilige larve e pupe di vespe e, per procurarsele, esplora agilmente il terreno. 

Il Falco pecchiaiolo è una specie considerata vulnerabile in Italia, subendo la pressione venatoria soprattutto durante le migrazioni. È inoltre minacciato dalle alterazioni del suo habitat di elezione e dalla riduzione delle popolazioni di insetti dovuta all’uso di pesticidi e ai cambiamenti climatici. La specie è protetta ed è presente nell’Allegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE), oltre ad essere inserita nell’Appendice II della CITES. È inoltre protetta dalla Concenzione di Berna e dalla Convenzione di Bonn, oltre che dalla African Convention on Conservation.